Suggestioni artiche: le Isole Lofoten, Norvegia d'inverno
L'arcipelago delle Lofoten, situato a 200 km sopra il circolo polare artico, è un gioiello naturalistico della costa nord-occidentale della Norvegia, comprendente sei incantevoli isole collegate tra loro e alla terraferma da ponti e tunnel sottomarini e abitate da circa 24.000 abitanti.
Negli ultimi anni centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo si avventurano ogni estate nel variopinto arcipelago per riempirsi gli occhi e l'anima degli incantevoli colori dei villaggi di pescatori arenati sulle sponde dei fiordi, nel dolce tepore del sole di mezzanotte.
É nel gelido inverno artico, però, che veniamo travolti da qualcosa di mistico.
C'è un incredibile richiamo ancestrale nel modo in cui ci si ritrova ogni mattina fuori, neve alle ginocchia e occhi ancora gonfi di sonno, per salutare il sole che fa timidamente capolino all'orizzonte. Rito che si ripete qualche ora dopo nel pomeriggio o ogniqualvolta il cielo regala un brillante squarcio tra le nuvole e nuovi colori, sfumature, emozioni allo stesso scorcio, convertendosi in una vera e propria partecipazione fisica, emotiva e psicologica ai cicli del sole condivisa con gli abitanti.
A dispetto dell'immaginario comune su clima e luce artici, grazie alla calda corrente del Golfo, le isole Lofoten godono di un clima molto più mite rispetto a località collocate alla stessa latitudine, ma anche anche ad altre parti della Norvegia continentale. Le temperature medie invernali si aggirano intorno ai +6 e -3°C, mentre il sole lambisce sotto l'orizzonte nelle celebri notti polari dai primi di dicembre alla prima settimana di gennaio, per lasciar poi spazio ad un'eterna alba che di giorno inonda gli impervi e solitari paesaggi dei fiordi e le cime innevate di un'atmosfera surreale.
É tuttavia l'oscurità a regalarci il più autentico e straordinario incontro artico che, da solo, ricompensa pienamente l'impresa di un viaggio fin qui: l'incontro con l'aurora boreale. Da ottobre a marzo "la fata verde" torna ad esibirsi nella sua danza sui palchi scuri di una sottile cinta del pianeta della quale la Norvegia del nord e le isole Lofoten rappresentano un punto di osservazione privilegiato.Essere colti da un tale spettacolo, con un po' di fortuna ed un cielo apparecchiato di stelle, è un'esperienza evocatica che toglie letteralmentil fiato e, ahimé, provoca una vera e propria dipendenza. Ed è così che, sera dopo sera, trascorriamo le ore dopo il tramonto con il naso all'insù, ad alitare sul vetro della finestra o sulle mani intorpidite dal gelo, nel desiderio frenetico di rivederla di nuovo.
Come per tutti i fenomeni naturali,tuttavia, anche nel luogo e nel periodo più adatto (a detta degli esperti, i periodi migliori sono gli equinozi di autunno e di primavera attorno ad ottobre/novembre e febbraio/marzo) avvistare la regina dell'artico non è sempre impresa facile. L'intensità e imprevidibilità del fenomeno, la variabilità delle condizioni atmosferiche, il grado di luminosità del punto di osservazione e di visibilità dell'orizzonte nord, sono tutti fattori che, da bravi cacciatori d'aurore, dobbiamo tenere in conto armandoci di tanta, tanta pazienza e perchè no, di qualcosa di caldo da sorseggiare nelle ore di attesa.
Affidarsi a dei professionisti dell'avvistamento, come al Polarlightcenter di Laukvik, potrebbe aumentare le probabilità di avvistamento oltre che offrire esperienze educative ed evocative, attingendo all'inestimabile patrimonio culturale e mitologico dei popoli del nord che ruota attorno a questo eccezionale fenomeno.
Di inestimabile patrimonio storico e culturale, oltre che umano ed economico, non possiamo che parlare mentre visitiamo i coloratissimi villaggi di pescatori incastonati sulle rive frastagliate dell'arcipelago, come Hennigsvaer, soprannominata la Venezia delle Lofoten, Reine o la celebre Å, il cui nome indica non a caso l'ultima lettera dell'alfabeto norvegese essendo questo villaggio, situato sulla punta dell'isola più meridionale, l'ultimo luogo raggiungibile dalla E10 che, tra ponti e tunnel, collega comodamente le isole tra di loro e alla terraferma.
È qui che, aggirandoci tra i rorbuer, le tradizionali casette di legno a palafitta di color rosso per secoli destinate ai pescatori stagionali e ora deliziosissimi alloggi per turisti, veniamo improvvisamente colti da un vago senso di familiarità, del tutto inaspettato. Un pungente odore di pesce attira la nostra attenzione sulle decine di rastrelliere di legno (hjell) su cui sono appesi ad essiccare al vento e al gelo centinaia di stoccafissi senza testa, contribuendo a rendere ancor più palpabile, insieme alla luce e alla desolazione dell'inverno artico, l'atmosfera surreale che avvolge il luogo. É questo uno dei più grandi tesori della zona, da millenni fonte di sopravvivenza e sviluppo per la presenza umana dell'arcipelago: la pesca al merluzzo che, proprio in questa stagione, approda dal Mare di Barents nelle acque Lofoten, sospinto dalla calda Corrente del Golfo, per deporre le uova.
Il motivo del senso di familiarità che ci coglie ce la chiarisce una chiacchierata in perfetto italiano con Steinar Larsen, simpatico pescatore e proprietario del Tørrfisk museum (il museo dello stoccafisso) di Å che ci spiega come siano i nostri connazionali a detenere il primato di importazione dello stoccafisso (intorno al 90% della produzione). Spingersi fin qui significa dunque per noi andare alle sorgenti dell'inesauribile fiume commerciale che per secoli ha nutrito e reso feconde le ricche tradizioni culinarie delle diverse regioni italiane, ormai parte del nostro patrimonio nazional-popolare, che ruotano intorno alla preparazione dello stoccafisso (nella maggior parte della penisola, il termine baccalà, dalla parola fiamminga kabeljaw, indica il merluzzo conservato tramite salatura e non essicazione, ad eccezione di del Triveneto, di Bergamo e Brescia dove per baccalà si intende proprio lo stoccafisso).
Scivolando con la nostra macchina a noleggio sulle strade innevate tra i fiordi, ci spingiamo sulla costa nord-occidentale in cerca di altre sorprese. Ci imbattiamo in due esemplari maestosi di aquile di mare oltre che in un improbabile gruppo di surfisti temerari che attendono le onde davanti alle celebri spiagge ora imbiancate di Ramberg, e in innumerevoli allevamenti di salmoni. Dopo una breve tappa ad Eggum per una camminata nella neve fino al celebre fortino, arriviamo a destinazione a Borg sede del Lofotr Vikingsmuseum che ospita i reperti archeologici provenienti da scavi nella zona risalenti a un periodo compreso tra il 500 ed il 1160 in cui Borg era un importantissimo centro di potere vichingo e la ricostruzione in loco della casa di un importante capo vichingo dell'epoca.
Riprendiamo la via della terraferma ripercorrendo al contrario la E10 che ci regala uno straordinario incontro con due splendide femmine di alci (scandalosamente scambiate per renne). Sorpassando il lunghissimo ponte collegato alla terraferma ci lasciamo le Lofoten alle spalle, con le incredibili danze delle luci del nord, i colori dei cieli e dei fiordi ancora negli occhi nonché con una punta di orgoglio e di soddisfazione per essere tra i pochi ad essersi spinti fin qui sfidando il gelo e la desolazione dell'inverno artico. Ci sentiamo fortunati e ci promettiamo a vicenda di tornarci di nuovo, in inverno o in più miti stagioni, a caccia di nuove aurore o di nuove meraviglie con cui riempirci il cuore.
LAURA
Per i nostri consigli pratici (su come muoversi, come raggiungere le Lofoten, dove alloggiare...) clicca qui oppure vai su:
- Guida Lofoten 2013 (anche in italiano): http://www.lofoten.info/article.php?id=533
- Visit Norway: http://www.visitnorway.com/it/Dove-andare/La-Norvegia-del-nord/Le-isole-Lofoten
Negli ultimi anni centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo si avventurano ogni estate nel variopinto arcipelago per riempirsi gli occhi e l'anima degli incantevoli colori dei villaggi di pescatori arenati sulle sponde dei fiordi, nel dolce tepore del sole di mezzanotte.
É nel gelido inverno artico, però, che veniamo travolti da qualcosa di mistico.
C'è un incredibile richiamo ancestrale nel modo in cui ci si ritrova ogni mattina fuori, neve alle ginocchia e occhi ancora gonfi di sonno, per salutare il sole che fa timidamente capolino all'orizzonte. Rito che si ripete qualche ora dopo nel pomeriggio o ogniqualvolta il cielo regala un brillante squarcio tra le nuvole e nuovi colori, sfumature, emozioni allo stesso scorcio, convertendosi in una vera e propria partecipazione fisica, emotiva e psicologica ai cicli del sole condivisa con gli abitanti.
A dispetto dell'immaginario comune su clima e luce artici, grazie alla calda corrente del Golfo, le isole Lofoten godono di un clima molto più mite rispetto a località collocate alla stessa latitudine, ma anche anche ad altre parti della Norvegia continentale. Le temperature medie invernali si aggirano intorno ai +6 e -3°C, mentre il sole lambisce sotto l'orizzonte nelle celebri notti polari dai primi di dicembre alla prima settimana di gennaio, per lasciar poi spazio ad un'eterna alba che di giorno inonda gli impervi e solitari paesaggi dei fiordi e le cime innevate di un'atmosfera surreale.
É tuttavia l'oscurità a regalarci il più autentico e straordinario incontro artico che, da solo, ricompensa pienamente l'impresa di un viaggio fin qui: l'incontro con l'aurora boreale. Da ottobre a marzo "la fata verde" torna ad esibirsi nella sua danza sui palchi scuri di una sottile cinta del pianeta della quale la Norvegia del nord e le isole Lofoten rappresentano un punto di osservazione privilegiato.Essere colti da un tale spettacolo, con un po' di fortuna ed un cielo apparecchiato di stelle, è un'esperienza evocatica che toglie letteralmentil fiato e, ahimé, provoca una vera e propria dipendenza. Ed è così che, sera dopo sera, trascorriamo le ore dopo il tramonto con il naso all'insù, ad alitare sul vetro della finestra o sulle mani intorpidite dal gelo, nel desiderio frenetico di rivederla di nuovo.
Come per tutti i fenomeni naturali,tuttavia, anche nel luogo e nel periodo più adatto (a detta degli esperti, i periodi migliori sono gli equinozi di autunno e di primavera attorno ad ottobre/novembre e febbraio/marzo) avvistare la regina dell'artico non è sempre impresa facile. L'intensità e imprevidibilità del fenomeno, la variabilità delle condizioni atmosferiche, il grado di luminosità del punto di osservazione e di visibilità dell'orizzonte nord, sono tutti fattori che, da bravi cacciatori d'aurore, dobbiamo tenere in conto armandoci di tanta, tanta pazienza e perchè no, di qualcosa di caldo da sorseggiare nelle ore di attesa.
Affidarsi a dei professionisti dell'avvistamento, come al Polarlightcenter di Laukvik, potrebbe aumentare le probabilità di avvistamento oltre che offrire esperienze educative ed evocative, attingendo all'inestimabile patrimonio culturale e mitologico dei popoli del nord che ruota attorno a questo eccezionale fenomeno.
Di inestimabile patrimonio storico e culturale, oltre che umano ed economico, non possiamo che parlare mentre visitiamo i coloratissimi villaggi di pescatori incastonati sulle rive frastagliate dell'arcipelago, come Hennigsvaer, soprannominata la Venezia delle Lofoten, Reine o la celebre Å, il cui nome indica non a caso l'ultima lettera dell'alfabeto norvegese essendo questo villaggio, situato sulla punta dell'isola più meridionale, l'ultimo luogo raggiungibile dalla E10 che, tra ponti e tunnel, collega comodamente le isole tra di loro e alla terraferma.
È qui che, aggirandoci tra i rorbuer, le tradizionali casette di legno a palafitta di color rosso per secoli destinate ai pescatori stagionali e ora deliziosissimi alloggi per turisti, veniamo improvvisamente colti da un vago senso di familiarità, del tutto inaspettato. Un pungente odore di pesce attira la nostra attenzione sulle decine di rastrelliere di legno (hjell) su cui sono appesi ad essiccare al vento e al gelo centinaia di stoccafissi senza testa, contribuendo a rendere ancor più palpabile, insieme alla luce e alla desolazione dell'inverno artico, l'atmosfera surreale che avvolge il luogo. É questo uno dei più grandi tesori della zona, da millenni fonte di sopravvivenza e sviluppo per la presenza umana dell'arcipelago: la pesca al merluzzo che, proprio in questa stagione, approda dal Mare di Barents nelle acque Lofoten, sospinto dalla calda Corrente del Golfo, per deporre le uova.
Il motivo del senso di familiarità che ci coglie ce la chiarisce una chiacchierata in perfetto italiano con Steinar Larsen, simpatico pescatore e proprietario del Tørrfisk museum (il museo dello stoccafisso) di Å che ci spiega come siano i nostri connazionali a detenere il primato di importazione dello stoccafisso (intorno al 90% della produzione). Spingersi fin qui significa dunque per noi andare alle sorgenti dell'inesauribile fiume commerciale che per secoli ha nutrito e reso feconde le ricche tradizioni culinarie delle diverse regioni italiane, ormai parte del nostro patrimonio nazional-popolare, che ruotano intorno alla preparazione dello stoccafisso (nella maggior parte della penisola, il termine baccalà, dalla parola fiamminga kabeljaw, indica il merluzzo conservato tramite salatura e non essicazione, ad eccezione di del Triveneto, di Bergamo e Brescia dove per baccalà si intende proprio lo stoccafisso).
Scivolando con la nostra macchina a noleggio sulle strade innevate tra i fiordi, ci spingiamo sulla costa nord-occidentale in cerca di altre sorprese. Ci imbattiamo in due esemplari maestosi di aquile di mare oltre che in un improbabile gruppo di surfisti temerari che attendono le onde davanti alle celebri spiagge ora imbiancate di Ramberg, e in innumerevoli allevamenti di salmoni. Dopo una breve tappa ad Eggum per una camminata nella neve fino al celebre fortino, arriviamo a destinazione a Borg sede del Lofotr Vikingsmuseum che ospita i reperti archeologici provenienti da scavi nella zona risalenti a un periodo compreso tra il 500 ed il 1160 in cui Borg era un importantissimo centro di potere vichingo e la ricostruzione in loco della casa di un importante capo vichingo dell'epoca.
Riprendiamo la via della terraferma ripercorrendo al contrario la E10 che ci regala uno straordinario incontro con due splendide femmine di alci (scandalosamente scambiate per renne). Sorpassando il lunghissimo ponte collegato alla terraferma ci lasciamo le Lofoten alle spalle, con le incredibili danze delle luci del nord, i colori dei cieli e dei fiordi ancora negli occhi nonché con una punta di orgoglio e di soddisfazione per essere tra i pochi ad essersi spinti fin qui sfidando il gelo e la desolazione dell'inverno artico. Ci sentiamo fortunati e ci promettiamo a vicenda di tornarci di nuovo, in inverno o in più miti stagioni, a caccia di nuove aurore o di nuove meraviglie con cui riempirci il cuore.
LAURA
Per i nostri consigli pratici (su come muoversi, come raggiungere le Lofoten, dove alloggiare...) clicca qui oppure vai su:
- Guida Lofoten 2013 (anche in italiano): http://www.lofoten.info/article.php?id=533
- Visit Norway: http://www.visitnorway.com/it/Dove-andare/La-Norvegia-del-nord/Le-isole-Lofoten
La Slovenia
Nostri
vicini di casa, poco conosciuti e forse un po’ snobbati, gli sloveni ci
sorprendono nuovamente con una terra incontaminata e selvaggia, con
paesaggi e colori mozzafiato; il tutto messo intelligentemente a portata
d’uomo per un turismo genuino, amante della natura e degli sport
all’aria aperta.
Il nostro viaggio, per motivi logistici, è cominciato da Trieste, con l’ingresso in Slovenia da Gorizia e, quindi, da Nova Gorica. Da qui se seguirete le indicazioni per Tolmin/Bovec non potrete sbagliare e vi troverete subito sulla strada 103 a fiancheggiare lo smeraldino Soča, da noi conosciuto come fiume Isonzo. Percorsi pochi km scorgeremo sulla nostra sinistra il ponte ferroviario di Solkan, pubblicizzato come il ponte con la campata in pietra più grande al mondo. Da qui (o meglio dal suo più moderno alter ego stradale) i più temerari potranno elevare i propri livelli di adrenalina con il Bunjee Jumping. Ci sono numerose associazioni che lo organizzano e i lanci vengono effettuati da maggio ad ottobre durante il week end. Per questa attività è bene prenotarsi con anticipo e prendere accordi preventivi con le strutture locali.Proseguendo sulla 103, la prima località interessante che troverete sarà Tolmin. Non fatevi ingannare dall’apparente innocenza di questo tranquillo villaggio; Tolmin, infatti, ospita due conosciuti ed apprezzati festival della musica: L'Overjam International Reggae Festival e il Metal Day fetival! Da Tolmin consigliamo vivamente di seguire le indicazioni per Zatolmin e Tolminska korita; abbiate fiducia e continuate a seguire la strada fino ad arrivare ad un grande parcheggio (gratuito nonostante in stagione troverete gentili ragazzi a darvi indicazioni). Da qui è possibile intraprendere un semplice e suggestivo percorso di circa un’ora attraverso le Tolminska korita (Gole di Tolmin) entrando così nel punto più meridionale del Parco Nazionale del Triglav. L’ingresso a questa area costa circa 5 €, ma li vale tutti. Passerete tra gole e canion, camminerete su traballanti ponti di legno e arriverete ad una sorgente di acqua calda che si immetterà direttamente nelle cristalline acque del fiume Tolminka. Proseguendo
verso nord ci si addentra sempre di più nel Parco Nazionale del
Triglav, il paesaggio si fa sempre più montano e l’Isonzo inizierà a
dare il meglio di sé scorrendo impetuoso tra altissimi ed anfrattuosi
canyon di roccia bianca. La nostra prossima tappa sarà Kobarid o meglio
conosciuta come Caporetto. Qui, oltre ad un interessantissimo e ben
allestito museo della guerra sarà possibile arrivare, con una camminata
di circa 30 minuti, ad un’incantevole cascata situata all’interno di una
grotta: la Slap Kozjak. Davvero da non perdere!
|
|
In
tutte queste località è possibile trovare da dormire seguendo le
indicazioni “Apartaman” appese a quasi tutte le case della zona. In
alternativa è possibile andare al centro informazioni in centro al paese
dove, anche in italiano, saranno felici di trovare la soluzione giusta
per voi.
Noi ci siamo affidati all’Adrenalinceck, un eco camp a Soča 10 km a nord di Bovec che organizza anche attività come rafting, canyoning, idrospeed, paracadutismo ecc… Qui è possibile noleggiare una tenda, piantare la propria o provare l’ebrezza di una notte sotto le stelle (e al freddo della montagna) noleggiando un amaca. L’ambiente è molto informale, incontrerete “globe trotter” di ogni genere e provenienza; niente energia elettrica e la possibilità di mangiare tutti insieme piatti locali preparati dai ragazzi del campeggio in un pentolone di dimensioni epiche.
Sul sito (qui)potrete trovare interessanti pacchetti che comprendono più notti, colazioni, cene e attività sportive di vario genere.
Poco prima della località di Soča, vale la pena seguire il corso del piccolo fiume Lepena (proseguendo verso nord lo troverete sulla destra). Anche qui sarà possibile ammirare le limpidissime acque e trovare numerosi gradevoli vasche naturali e cascate per fare un bel bagno.
Noi ci siamo affidati all’Adrenalinceck, un eco camp a Soča 10 km a nord di Bovec che organizza anche attività come rafting, canyoning, idrospeed, paracadutismo ecc… Qui è possibile noleggiare una tenda, piantare la propria o provare l’ebrezza di una notte sotto le stelle (e al freddo della montagna) noleggiando un amaca. L’ambiente è molto informale, incontrerete “globe trotter” di ogni genere e provenienza; niente energia elettrica e la possibilità di mangiare tutti insieme piatti locali preparati dai ragazzi del campeggio in un pentolone di dimensioni epiche.
Sul sito (qui)potrete trovare interessanti pacchetti che comprendono più notti, colazioni, cene e attività sportive di vario genere.
Poco prima della località di Soča, vale la pena seguire il corso del piccolo fiume Lepena (proseguendo verso nord lo troverete sulla destra). Anche qui sarà possibile ammirare le limpidissime acque e trovare numerosi gradevoli vasche naturali e cascate per fare un bel bagno.
Da
qui la strada diventa a prova di stomaco e con un susseguirsi di ben 50
tornanti ci porterà prima ad un passo a 2200m di quota e dopo giù fino
alla graziosissima Kranjska Gora, la “Madonna
di Campiglio” locale, sede di una delle tappe della coppa del mondo di
sci ed ennesima meta di sportivi di ogni genere. Qui sarà possibile
noleggiare biciclette anche per il down hill (gli impianti sono aperti
anche in estate).
E’ fortemente consigliato procurarsi una cartina stradale della Slovenia. Le indicazioni non sempre sono precise e ben comprensibili.
Altri posti consigliati in zona:
- Lago di Bled (molto turistico ed affollato)
- Lago Bohinjsko Jezero e la cascata del Savica (Slap Savica sulle indicazioni)
- Ljubljana (splendido centro storico sull’acqua, merita sicuramente una visita)
Per maggiori informazioni:
Slovenia.info
E’ fortemente consigliato procurarsi una cartina stradale della Slovenia. Le indicazioni non sempre sono precise e ben comprensibili.
Altri posti consigliati in zona:
- Lago di Bled (molto turistico ed affollato)
- Lago Bohinjsko Jezero e la cascata del Savica (Slap Savica sulle indicazioni)
- Ljubljana (splendido centro storico sull’acqua, merita sicuramente una visita)
Per maggiori informazioni:
Slovenia.info
Istria: viaggio lungo la costa
La
penisola istriana è un territorio intriso di una storia recente,
movimentata e dolorosa e forse anche per questo affascinante, oltre che
paesaggisticamente molto bella.
Oggi, la maggior parte dell'Istria appartiene alla Croazia, una piccola parte costiera rientra in territorio sloveno ed una minima parte, legata alla zona di Muggia, è italiana.
La Slovenia è entrata a far parte della Comunità Europea nel 2004 e nel 2007 ha adottato l'Euro per cui non esistono frontiere con lo stato Italiano (anche se sono frequenti i controlli di polizia e carabinieri); la Croazia, invece, entrerà ufficialmente a far parte dell'UE il primo luglio di quest'anno.
In questo post viaggeremo insieme lungo la costa Adriatica, da Muggia fino a Rovigno (Rovinj) alla scoperta di incantevoli scorci e acque cristalline.
Oggi, la maggior parte dell'Istria appartiene alla Croazia, una piccola parte costiera rientra in territorio sloveno ed una minima parte, legata alla zona di Muggia, è italiana.
La Slovenia è entrata a far parte della Comunità Europea nel 2004 e nel 2007 ha adottato l'Euro per cui non esistono frontiere con lo stato Italiano (anche se sono frequenti i controlli di polizia e carabinieri); la Croazia, invece, entrerà ufficialmente a far parte dell'UE il primo luglio di quest'anno.
In questo post viaggeremo insieme lungo la costa Adriatica, da Muggia fino a Rovigno (Rovinj) alla scoperta di incantevoli scorci e acque cristalline.